Lo scorso 07 Agosto è stata approvata la delibera n. 20 adottata dal Comitato dei delegati della Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza Forense, in data 20 giugno 2014, con la quale è stato adottato il nuovo testo del "Regolamento ex art. 21, commi 8 e 9 della legge n. 247/2012" , ovvero la cd. riforma forense.
In particolare viene
regolamentato l'iscrizione obbligatoria alla Cassa Forense ed introdotta una
nuova disciplina in merito alla contribuzione minima obbligatoria a decorrere
dall’anno 2014, in sintesi la normativa prevede:
- l’iscrizione d'ufficio alla
Cassa con delibera della Giunta Esecutiva a seguito di comunicazione di
avvenuta iscrizione all'Albo da parte del Consiglio dell'Ordine;
- la possibilità, in sede di
prima iscrizione, di estendere, su base volontaria, l'iscrizione alla Cassa a
tutti gli anni di pratica professionale, con o senza abilitazione, e all'anno
2013;
- le agevolazioni previste dagli
artt. 7 e 9 in materia di contributi minimi dovuti e di modalità di pagamento
degli stessi per i primi anni di iscrizione alla Cassa;
- le agevolazioni previste
dall'art. 10 in materia di esoneri temporanei del versamento dei contributi
minimi per le fattispecie individuate dal comma 7 dell'art. 21 della
L.247/2012;
- il regime transitorio previsto
per gli avvocati che, all'entrata in vigore del Regolamento, non sono ancora
iscritti alla Cassa.
Il Regolamento, riguarda anche i
professionisti che hanno il titolo di avvocato ma svolgono altre attività: i
commercialisti come i consulenti del lavoro non potranno più scegliere tra una
cassa o l'altra ma manterranno la doppia iscrizione versando a ciascun istituto
i relativi redditi.
Con una nota il presidente della
Cassa Forense, Nunzio Luciano, informa che a brevissimo partiranno le lettere
per chiedere di esercitare l'opzione prevista, «Chi non vuole entrare avrà 90 giorni per comunicarci l'intenzione di
cancellarsi anche dall'albo in assenza procederemo con l'iscrizione d'ufficio.
Naturalmente faremo della verifiche per appurare che la rinuncia all'albo ci
sia stata. Procederemo poi a recuperare i crediti per chi pur iscritto alla
cassa non verserà i contributi».
Il Regolamento non è più
destinato, come era previsto in origine, agli avvocati che non hanno raggiunto
i 35 anni, e prevede un pagamento di € 700 all'anno come contributo soggettivo,
anziché di € 2.800. Chi vuole può coprire anche l'anno 2013. Il trattamento
previdenziale sarà ridotto in proporzione a quanto versato, restando ferma una
copertura totale nei casi di malattia grave o di calamità, eccezioni in cui può
scattare anche l'esenzione di un anno.
Nonostante la riforma preveda il trattamento
agevolato per determinate categorie, la protesta continua da parte di alcune
associazioni ed iscritti, i quali continuano a commentare negativamente la
riforma, la quale dovrebbe comunque comportare numerose cancellazioni.
La presidente dell'Associazione Nazionale
Giovani Avvocati Nicoletta Giorgi «Certamente
con l'adozione del Regolamento si è dimostrata una sensibilità a investire sul
futuro dei giovani tuttavia è necessario che chi rappresenta l'avvocatura, oggi
più di ieri, crei le condizioni per trovare nuovi spazi di mercato. Se da una
parte è augurabile che l'iscrizione d'ufficio serva a far uscire di scena chi
nella vita fa altro, non nascondo che c'è anche il timore che siano costretti a
fare un passo indietro anche i giovani che non riescono a pagare neppure cifre
così ridotte. Il 19 settembre - informa la presidente dell'Aiga - avremo un
incontro con la Cassa per discutere sui contenuti del regolamento assistenza
che stanno predisponendo».
Per il Presidente Nunzio Luciano «I 50mila che verranno da noi sono iscritti
alla gestione separata dell'Inps e pagano o dovrebbero pagare cifre superiori,
senza avere l'assistenza che noi saremo in grado di fornire, oltre ai supporti
per svolgere la professione. Certo, chi voleva fare l'avvocato sottobanco, non
potrà farlo più. Sono molti ad esempio gli iscritti all'Albo che fanno gli
insegnanti pur facendo cinque o sei cause l'anno, senza versare alla Cassa. Chi
teme la scrematura deve sapere che, se fosse passata la linea, proposta da una
minoranza dell'avvocatura, di applicare una contribuzione più elevata ci
sarebbe stata una falcidia. È paradossale che a lamentarsi siano proprio i
maggiori beneficiati. Con l'obbligo dell'iscrizione contestuale Albo-Cassa non
abbiamo fatto altro che allinearci alle altre professioni.»
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